Flavio Desideri
Dopo la pubblicita’, sulle Notizie LPM, dello spettacolo “Gang of Magic”, in cui affermavamo si trattasse di “una nuova idea di spettacolo magico”, molti amici ci hanno chiesto cosa ci portava a pensare in questo senso.
Amici che conoscono la nostra naturale ritrosia ad utilizzare facili frasi ad effetto per scopo pubblicitario che non abbiano poi un riscontro reale (almeno secondo il nostro parere).
Per questo, per una volta, ci prendiamo lo spazio delle Pagine Aperte LPM, per meglio spiegare la nostra idea di “nuovo” spettacolo magico e da dove proviene.
La figura del prestigiatore e’ sempre stata, nel corso dei secoli, una figura solitaria. Un professionista dello spettacolo che molto raramente ha “fatto squadra”. Si ricordano molti nomi famosi (Pinetti, Bosco, Robert-Houdin, ecc.) ed i loro spettacoli nelle corti europee o, per guardare piu’ al presente, si pensa subito ai Copperfield o ai Dynamo con i loro “special” televisivi. Il massimo che possiamo ricordare sono coppie artistiche con i loro spettacoli, ma piu’ di cosi’ non andiamo.
Anche i meno famosi sono sempre stati inseriti come attrazioni in spettacoli di “arte varia”, ma sempre come “singoli”: il numero del mago nei “varieta'” (o italico “avanspettacolo”), il prestigiatore da “night” o da “crociera”.
Questo forse risiede nel fatto che il prestigiatore, o sarebbe meglio chiamarlo “mago”, come colui che opera la “Magia”, e’ per sua stessa natura “unico”. La magia e’ una momentanea interruzione del corso naturale delle cose, interruzione che e’ appunto operata grazie al mago. Se tutti ne fossero in grado, non esisterebbero piu’ prestigiatori e, cosi’, anche la “Magia” diverrebbe “normalita'”.
Questa pero’ e’ piu’ filosofia che spettacolo.
Ecco, appunto lo spettacolo e’ anche oggetto di queste riflessioni. Meglio lo spettacolo magico.
Cos’e’ lo spettacolo magico? Quello cui siamo abituati da bravi prestigiatori, spesso digiuni di altre forme di spettacolo.
Abbiamo visto i grandi “show” delle grandi “star” alla Doug Henning o, per restare in casa, i Bustelli ed i Silvan. Sempre singoli che si affannano ad eseguire magie in sequenza, cosi’ ad offrire al pubblico una serie di quadri diversi.
Quando i prestigiatori in scena, nelle canoniche due ore (se si e’ fortunati), sono piu’ d’uno, si assiste piu’ o meno allo stesso tipo di spettacolo, o meglio di piccoli singoli spettacoli (che chiamiamo numeri).
Questo perche’ la natura del prestigiatore “battitore libero”, lo porta a creare per se’ una piccola, o grande, sequenza di magie, per poter entrare negli spazi che abitualmente gli sono riservati.
Cosi’ sono i “gala” dei congressi di prestigiatori e cosi’ anche i piu’ raffinati, e piu’ recenti, esempi di “spettacoli magici” per il pubblico (anche qui ci sarebbe da discutere ampiamente: per il pubblico… per chi altri?). Delle entrate ed uscite di un certo numero di maghi, con stili, atmosfere, ambiti diversi (anche qui quando si e’ fortunati!). Magari aiutati da un presentatore che copre i “buchi” tra un numero e l’altro o, nel piu’ estremo e “rivoluzionario” dei casi, con una sorta di canovaccio che possa far da collante.
Uno “spettacolo” al servizio dei prestigiatori. Uno “spettacolo” sempre uguale a se stesso. Cambiano i protagonisti, ma la “trama” e’ sempre uguale.
Ecco la differenza, e la “novita'”, che abbiamo trovato nella “Gang of Magic”. Per una volta abbiamo visto il tentativo di mettere in scena uno spettacolo dove si ribaltano i meccanismi. Per una volta si vedono i prestigiatori al servizio dello spettacolo e questo al servizio del pubblico.
La mancanza di un “nome” a far da traino, ma tanti “piccoli” nomi che concorrono a creare uno spettacolo. “Nomi” che oltretutto rimangono quasi sconosciuti! Solo in due casi (del tutto accessori) si e’ messi a conoscenza dell’effettivo nome e cognome di chi e’ in scena! Anche durante la passerella finale non lo rivelano! Li dobbiamo andare a cercare sulla locandina (anch’essa mancante dei volti reali dei protagonisti) e, anche allora, se non li conoscessimo, avremmo dei problemi ad accoppiare i nomi alle persone in scena! Cosa eccezionale per un ambiente, quello dello spettacolo ed in modo particolare dei prestigiatori, dove l'”ego” dei singoli normalmente tracima (ed in alcuni casi tracima anche qui).
Scusate ora l’esagerazione, ma questo accade in spettacoli come quelli del “Cirque”, dei “Momix” o simili. Si va a vedere uno spettacolo e non il singolo artista.
Un’idea originale? Voluta e cercata? Forse no. Ci vengono in mente i maghi di “Now you see me” e degli “Illusionists”.
Si puo’ discutere sui singoli, sul loro valore, sulle loro precipue capacita’ ed abilita’. Sono certo importanti ma ne discuteranno ampiamente altri.
A noi qui interessa il tentativo di proporre qualcosa di diverso.
Tentativo che in linea di massima, non ostante le ristrettezze dei fondi disponibili, ci sembra riuscito abbastanza bene (ma come sempre ci possono essere cose da rivedere, da aggiustare, da migliorare).
Dimostrando cosi’ che per mettere in scena uno spettacolo magico che possa piacere e avere successo, ma soprattutto fresco e con ritmi diversi dal solito, non servono solo grandi nomi, disponibilita’ economiche, scenografie da Las Vegas, nomi internazionali piu’ o meno famosi, ma possono essere sufficienti umilta’ da artigiani, consapevolezza dei proprii limiti e, soprattutto, idee e capacita’ per sfruttare al massimo il materiale che si ha a disposizione. Tutto, amiamo pensare, supportato da spirito di squadra, consci di essere parte di un tutto e non singoli indipendenti gli uni dagli altri.
Questo non per stilare una classifica di valori, di spettacoli o prestigiatori migliori o peggiori, ma solo per mettere in rilievo alcune differenze.
La ricchezza di differenze mantiene vivo il gusto e la ricchezza di offerte di qualita’ contribuisce a mantenere vivo un settore dello spettacolo spesso relegato a contorno o semplice intrattenimento infantile (almeno nell’Italia degli ultimi decenni).
Flavio Desideri